Riflessioni sulle ultime alluvioni

Negli ultimi otto mesi l’Italia e principalmente l’Appennino Tosco-Romagnolo è stato colpito da diversi eventi meteorologici estremi, le ultime tre alluvioni in soli due mesi hanno devastato e provocato vittime e distruzione con danni importanti per milioni di euro.

Le regioni dell’Emilia-Romagna e Toscana oltre alle precipitazioni la cui violenza e accentuata dagli effetti del cambiamento climatico subiscono il dissesto idrogeologico. Ovvero quell’insieme di processi che provocano la degradazione del territorio aumentando sensibilmente la probabilità di eventi catastrofici, basti pensare che se cadono 10 mm di acqua su un terreno uno solo rimane in superfice, se cadono 10 mm di acqua su un parcheggio ne rimangono in superfice sei.

Le due regioni rimangono comunque estremamente fragili e vulnerabili, le precipitazioni sono diventate rare ma più violente, a queste vanno aggiunte scelte sbagliate come il disboscamento di alcune zone degli Appennini, l’agricoltura intensiva, e la cattiva gestione dei corsi d’acqua compromettendo la copertura vegetale delle zone alluvionate rendendolo un territorio fragile.

E noto che gli Appennini Tosco-Emiliani sono un territorio soggetto a catastrofi idrogeologiche con rocce friabili e impermeabili che favoriscono lo scivolamento dell’acqua verso le città, in questa fase un’alluvione che di per sé rappresenta un fenomeno naturale non necessariamente pericoloso, diventa facilmente una minaccia concreta. Per concludere possiamo dire che manca una normativa che regolamenti il consumo del suolo, nel PNRR e stato previsto uno stanziamento di fondi finalizzato a ridurre gli interventi di emergenza sempre più numerosi, e favorire una programmazione preventiva più ampia e capillare.
Alfredo GUSTAMACCHIA

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