L’allora capo dipartimento della Protezione Civile ripercorre nel libro “Naufragi e nuovi approdi” il disastro della Costa Concordia e la storia della protezione civile con una riflessione estremamente lucida sulle “ammaccature” del sistema

A dieci anni di distanza Gabrielli racconta quello che avvenne in quei trenta mesi: dalle prime settimane, quando la corsa contro il tempo per cercare i dispersi andava in parallelo con la messa in sicurezza della nave, alle difficoltà e alle preoccupazioni legate al rischio ambientale, alla manovra del parbuckling, ovvero il raddrizzamento della nave, e al successivo rigalleggiamento della Concordia fino ad arrivare al porto di Genova e del perché non fu scelto quello di Piombino.
Una analisi estremamente lucida che mette in evidenza i rischi che sono stati affrontati oltre agli ostacoli sia a livello politico che burocratico (ripercorrendo tutti i provvedimenti e gli atti emanati) incontrati nella gestione dell’emergenza. Una riflessione che parte dal tragico evento della Concordia per poi allargarsi alle emergenze successive e a quelle tutt’ora in corso che mette in luce l’estrema operatività ma anche le “ammaccature” del sistema deputato alla gestione delle emergenze e dei grandi eventi nel nostro Paese.
Fonte:https://www.intoscana.it
scritto da Chiara Bianchini