Terremoto in Turchia e Siria: bilancio sale a oltre 23.700 morti

Il bilancio del terremoto che ha colpito Turchia e Siria continua a salire, con oltre 20.213 vittime in Turchia e altri 3.553 in Siria. Nonostante le difficili condizioni, alcuni sopravvissuti sono stati estratti dalle macerie degli edifici crollati. Adnan Muhammed Korkut, un giovane di 17 anni, è stato salvato dopo 94 ore intrappolato nelle macerie di un edificio a Gaziantep. Un bambino di 10 anni è stato anch’esso estratto vivo, ma purtroppo è stato necessario amputargli un braccio per salvarlo.

Gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione temporanea di alcune sanzioni economiche al governo centrale di Damasco, mentre il Pkk ha sospeso temporaneamente le sue operazioni in Turchia.

Nel frattempo, c’è il rischio di un’epidemia di colera nella Siria devastata dal terremoto. L’epidemia, che si era manifestata già lo scorso agosto, potrebbe riprendere forza e virulenza a causa delle cattive condizioni igieniche aggravate dal terremoto, che sta causando anche un’emergenza alimentare. Filippo Agostino, referente della Fondazione Avsi per la Siria, ha dichiarato: “Siamo molto preoccupati. La diffusione del colera era stata contenuta con l’aiuto delle Nazioni Unite, ma adesso con il terremoto potrebbe riesplodere”.

Agostino ha sottolineato la necessità di sostenere la popolazione colpita da guerra, povertà e sanzioni, e ha espresso la speranza che ci sia un allentamento delle sanzioni alla Siria a livello umanitario. La Fondazione Avsi ha previsto di partire con cliniche mobili per portare cure alle zone rurali, ma ora l’obiettivo è anche il recupero psico-fisico delle persone.

L’Agenzia ONU World Food Programme ha fornito assistenza alimentare di emergenza a 115.000 persone in Siria e Turchia nei primi giorni dopo il terremoto. La comunità internazionale sta continuando a lavorare per fornire aiuto alle persone colpite da questa tragica tragedia.

Ben 5,3 milioni di persone nella sola Siria potrebbero essere rimaste senza casa a causa del devastante terremoto che l’ha colpita insieme alla Turchia. Lo rende noto l’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati. L’organizzazione sta facendo arrivare gli aiuti nelle zone più devastate del Paese, concentrandosi sul fornire ripari e beni di prima necessità, assicurandosi che i centri collettivi in cui si sono recate gli sfollati abbiano servizi adeguati, oltre a tende, teli di plastica, coperte termiche, stuoie per dormire, abbigliamento invernale e altro.

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